venerdì, Ottobre 11
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Autophagy: quello che non ti uccide, ti rende forte

Roundworm per gli studi di autophagy
Un verme rotondo (roundworm).

Il processo di riciclaggio cellulare è connesso ai benefici provenienti da episodi di leggero stress durante la vita di una persona, rendendolo positivo.  

Gli scienziati, della Sanford Burnham Prebys Medical Discovery Institute (SBP), hanno scoperto che questo processo cellulare, chiamato autophagy (la chiave per una vita prolungata), è anche fondamentale per trarre benefici dello stress leggero e temporaneo.

La ricerca crea nuove vie da perseguire per trovare terapie per le malattie neurologiche, come la malattia di Huntington, una malattia genetica neurodegenerativa, che va a colpire la coordinazione muscolare e che porta ad un declino cognitivo.

Autophagy costituisce un mezzo di riciclaggio delle cellule vecchie e rotte, e delle parti non più utili delle stesse cellule, in modo che i loro componenti possano essere re-utilizzati per creare nuove molecole, oppure essere bruciati per fornire dell’energia; un processo connesso alla longevità, al livello cellulare.

Roundworms e autophagy

Gli esperimenti effettuati sui vermi rotondi mostrarono che la loro durata di vita aumentò, quando furono soggetti ai choc leggeri di calore. I ricercatori hanno anche scoperto che gli choc leggeri di calore hanno anche ridotto il numero dei aggregati di proteine.

Quest’ultimi sono stressanti per le cellule e sono le cause della malattia di Huntington: una malattia ereditata fatale, causata dalla aggregazione delle proteine neuronali durante l’invecchiamento del paziente, e che porta alla degenerazione in tutto il cervello.

Possibili applicazioni

I risultati ottenuti potrebbero anche essere rilevanti alle malattie di Alzheimer e Parkinson, le quali sono anche causate dall’aggregazione delle proteine.

Fra le molte domande che vengono poste una, in particolare, risalta: in che modo l’induzione di autophagy, tramite lo leggero stress di calore, nei pazienti più giovani migliora le capacità delle cellule di sopravvivere l’effetto di calore nei fasi di invecchiamento dei stessi pazienti?

Questa ricerca  in corso è di importanza fondamentale nel tentativo di trovare terapie adeguate per le malattie causate dalle proteine neuronali, e potrebbe paradossalmente rendere valido la frase che dice che “Quello che non ti uccide ti rende più forte”.