I recenti progressi in psico-neuro-endocrino-immunologia indicano che numerose malattie non trasmissibili (NCD) hanno origine da interruzioni nella rete immunitaria citochinica (complesso sistema di comunicazione e regolazione tra le cellule del sistema immunitario, mediato dalle citochine), con conseguenti risposte infiammatorie croniche.
Questa persistente infiammazione di basso grado è attribuita a carenze in cruciali sistemi neuroendocrini endogeni antinfiammatori, tra cui la ghiandola pineale, il sistema endocannabinoide e l’asse enzima di conversione dell’angiotensina 2 / angiotensina 1–7.
La somministrazione di metossindoli pineali (melatonina, 5-metossitriptamina), cannabinoidi e angiotensina 1-7 può comportare potenziali benefici terapeutici per le malattie non trasmissibili, in particolare per i pazienti che non rispondono ai trattamenti convenzionali.
Da marzo 2020 ad aprile 2023, sono stati valutati 306 pazienti affetti da malattie sistemiche. Si tratta di uno studio interventistico a braccio singolo (studio prima e dopo) per valutare l’efficacia del regime neuroimmunitario confrontando i risultati misurati prima e dopo l’applicazione dell’intervento.
Questo studio valuta la sicurezza e l’efficacia di un regime neuroimmunitario a base di melatonina (100 mg/die la sera), 5-metossitriptamina (30 mg nel primo pomeriggio), angiotensina 1-7 (0,5 mg due volte al giorno) e cannabidiolo (20 mg due volte al giorno) in 306 pazienti con NCD, tra cui cancro avanzato, malattie autoimmuni, disturbi neurodegenerativi, depressione e malattie cardiovascolari.
Lo studio ha coinvolto pazienti oncologici con tumori confermati senza più risposte alle terapie standard, con aspettativa di vita sotto l’anno e senza altre cure antitumorali in corso. Per pazienti con altre patologie (autoimmuni, neuropsichiatriche o cardiopolmonari), l’ammissione si basava sulla presenza di parametri clinici specifici. Sono stati esclusi i pazienti in terapia cronica con pregabalin o oppioidi maggiori (come fentanil), per i loro effetti negativi sul sistema immunitario.
I trattamenti consistevano in una terapia neuroimmunitaria a base di molecole naturali (come angiotensina 1–7, melatonina, 5-metossitriptamina, cannabidiolo e, in alcuni casi, pinolina o ossitocina), somministrate due volte al giorno.
L’efficacia del trattamento è stata monitorata valutando il rapporto linfociti-monociti (LMR), un indicatore dello stato immunitario: un valore basso di LMR è associato a una prognosi peggiore. I dati clinici sono stati analizzati statisticamente, compresa la sopravvivenza a 1 anno dei pazienti oncologici, confrontata con un gruppo di controllo storico.
Il regime neuroimmunitario ha arrestato con successo la progressione del cancro nel 68% dei pazienti oncologici, che hanno anche riportato miglioramenti dell’umore, del sonno e sollievo da ansia, dolore e affaticamento. Nei pazienti con malattie autoimmuni, il trattamento ha controllato efficacemente il processo patologico, un risultato notevole nei casi di sclerosi multipla. Inoltre, sono stati osservati risultati positivi in pazienti con morbo di Parkinson, morbo di Alzheimer e depressione.
Sono necessari studi clinici randomizzati e controllati per valutare questo approccio terapeutico per le malattie non trasmissibili (NCD) che include molecole neuroendocrine endogene che regolano le risposte immunitarie in modo antinfiammatorio.