venerdì, Aprile 19
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Il ruolo della magnolia nelle terapie bio-naturali nei tumori umani

INTRODUZIONE

Mentre in passato l’attenzione dei vari ricercatori era rivolta soprattutto all’identificazione di sostanze cancerogene esistenti in natura, sia all’interno dello stesso corpo umano che nell’ambiente esterno, da alcuni anni a questa parte le numerose ricerche sperimentali hanno dimostrato l’esistenza in natura di parecchie erbe o piante provviste di azione anti-tumorale, delle quali per molte di queste sono noti i fini meccanismi bio-molecolari responsabili dello stesso effetto anti-neoplastico.

Va detto che per poter essere considerata realmente come anti-tumorale una data pianta deve produrre molecole specifiche in grado di agire su ben precisi meccanismi della crescita tumorale, quali il blocco dell’attivazione chinasica dei vari recettori di membrana per i diversi fattori di crescita tumorale o l’inibizione dell’attivazione delle varie proteine-chinasi citoplasmatiche responsabili della stimolazione della replicazione del DNA oppure dall’altra parte in grado di suscitare un’efficace risposta immunitaria anti-tumorale per stimolazione della produzione di citochine anti-tumorali quali la IL-2 e la IL-12 o all’opposto per inibizione della produzione di citochine immunosopprimenti la stessa risposta immunologica anti-cancro, in particolare la IL-6, la IL-10 ed il TGF-beta.

Molecole endogene di natura endocrina e provviste di azione anti-cancro sia per inibizione diretta della proliferazione cellulare maligna che per stimolo della risposta immunitaria anti-tumorale sono innanzitutto gli ormoni prodotti dalla ghiandola pineale, di cui la melatonina (MLT) è l’ormone più studiato ma non necessariamente il più attivo.

La MLT viene prodotta per lo più durante la fase di oscurità del foto-periodo ed agisce modulando la differenziazione del DNA cellulare, potendola sia inibire che stimolare a seconda che sia aumentata, come appunto nelle neoplasie o diminuita, come avviene in patologie quali l’aplasia midollare (2).

Per quanto invece riguarda la Fitoterapia, numerose sono le piante che a livello sperimentale laboratoristico hanno dimostrato di avere effetti inibenti sulla crescita tumorale sulla base di ben definiti meccanismi biochimici, in particolare l’Aloe, la Mirra, La Curcuma, la Canapa, La Bardana, l’Incenso, il Vischio, la Magnolia, la Graviola, l’Echinacea, ma di tutte queste piante, risultati clinici in pazienti affetti da neoplasia avanzata, anche se con forti limiti clinico-metodologici, esistono in realtà solo per l’Aloe e per la Mirra, in aggiunta a quelli ben più consistenti riguardanti l’impiego della sola MLT nel trattamento dei pazienti non più suscettibili di nessun’altra terapia oncologica standard.

Sarebbe comunque un errore pensare di approntare una terapia bio-naturale dei tumori limitandosi a somministrare tutte le piante che abbiano una qualche potenziale azione anti-tumorale, come è invece la tendenza attuale imperante anche nel mondo delle cosiddette Medicine alternative.

Ogni associazione con intento terapeutico fra più piante deve essere all’opposto adeguatamente indagata sul piano clinico. Gran parte degli studi clinici riferiti in letteratura sono stati ovviamente condotti su pazienti oncologici con neoplasia non più suscettibile di terapie anti-tumorali convenzionali, con quindi un’aspettanza di vita inferiore addirittura a sei mesi (4).

Il punto di partenza delle terapie bio-naturali dei tumori è stato quello con il solo ormone pinealico MLT alla dose farmacologica di 20/mg die in singola somministrazione nelle ore di oscurità, dipendendo il suo effetto terapeutico dal momento del foto-periodo circadiano.

La sola terapia medica complementare con MLT ha portato ad una percentuale di sopravvivenza ad 1 anno attorno al 20% ma questo rispetto ad un ipotetico nulla, cioè al non avere nessun paziente vivo ad 1 anno, mentre è risultato molto raro ottenere regressioni tumorali obiettive con la sola MLT, comunque possibili in ragione del 2-3%. L’aggiunta del succo intero di Aloe Arborescens ha portato la percentuale di sopravvivenza ad 1 anno a circa il 30% che diviene il 35% con l’ulteriore aggiunta della tintura di Mirra alla dose di 40 gocce per 2 volte al giorno, associata ad una percentuale di regressioni tumorali obiettive dell’ordine del 9% (3).

Rispetto a questi dati storici, lo scopo del presente studio di fase II è stato quello di valutare l’effetto sulla sopravvivenza ad 1 anno dell’aggiunta della Magnolia nella terapia dei pazienti oncologici incurabili rispetto a quanto osservato in passato con lo schema comprendente MLT, Aloe Arborescens e Mirra.

Fra le numerose erbe rivelatesi recentemente in grado di avere una potenziale efficacia anti-tumorale, i principi attivi della Magnolia sembrano essere quelli che più di ogni altro possano venire ad incidere sulla progressione maligna.
E’ stato infatti dimostrato che l’onochiolo, il principale principio attivo della Magnolia, è in grado di inibire selettivamente l’attivazione di alcune proteine-chinasi coinvolte direttamente nel processo della trasformazione neoplastica, quali l’m-TOR e la PI3K oltre che indurre l’apoptosi della cellula tumorale mediata dall’attivazione mitocondriale (4,5).

 

PAZIENTI E METODI

Lo studio di fase II è stato condotto su 14 pazienti (M/F: 5/9; età mediana: 56 anni; range 0-2) con neoplasia solida metastatica o localmente avanzata e non suscettibili di terapie mediche standard o per mancata risposta ai precedenti trattamenti chemioterapici o per scadute condizioni cliniche, tali da non consentire un approccio chemiterapico aggressivo o per rifiuto personale di sottoporsi a trattamento chemioterapico, quindi con speranza di vita inferiore ad 1 anno. Gli istotipi di neoplasia erano i seguenti:

adenocarcinoma del pancreas: 4;
adenocarcinoma polmonare: 3;
adenocarcino-ma del colon: 2;
adenocarcinoma dello stomaco: 1
adenocarcinoma endometriale: 1
carcinoma ovarico: 1;
sarcoma: 1;
glioblastoma: 1.

Metastasi a distanza erano presenti in 13/14 pazienti e le sedi dominanti di metastasi erano le seguenti: polmone: 6; fegato: 3; polmone + fegato. 1 peritoneo: 2 encefalo: 1.

Rispetto al precedente schema con MLT, Aloe Arborescens e Mirra, della Magnolia è stata utilizzata la corteccia ad un contenuto in onochiolo del 50%. Sono state preparate compresse da 500 mg e la dose è stata quella di 500 mg x 2 volte/die, ogni giorno, senza interruzione fino a progressione.
Il paziente affetto da glioblastoma cerebrale era anche trattato con Boswelia alla dose di 1 grammo/ die.
I controlli radiologici, comprendenti TAC, RMN e PET, venivano effettuati prima del trattamento e ad intervalli di tre mesi. La risposta clinica è stata valutata mediante criteri WHO. L’analisi statistica è stata effettuata mediante test del chi-quadro.

 

RISULTATI

Il trattamento è stato ben tollerato da tutti i pazienti.

Sono state osservate 2 risposte parziali (RP) dei 14 pazienti trattati (14%) di cui il primo era affetto da carcinoma gastrico ed il secondo da adenocarcinoma dell’endometrio. Stabilizzazione di malattia (SD) è stata conseguita in altri 8/14 pazienti (57%) (adenocarcinoma del pancreas: 3; adenocarcinoma polmonare: 2; cancro del colon: 1; carcinoma ovarico: 1; glioblastoma: 1), pertanto con un controllo di malattia (DC) in 10/14 (71%), mentre i restanti 4 pazienti hanno avuto una rapida progressione di malattia (PD).
Sopravvivenza superiore ad 1 anno è stata conseguita in 7/14 (50%) pazienti e la percentuale di sopravvivenza ad un anno ottenuta nei pazienti con RP o SD era statisticamente superiore a quella rilevata in pazienti con PD (8/10 vs 0/4, P<0.001).

Per quanto riguarda, infine, gli effetti sulla soggettività del paziente e sulla qualità di vita, rispetto ai risultati osservati in precedenza con MLT, Aloe e Mirra, già rilevanti in termini di controllo della cachesia neoplatica, l’aggiunta della Magnolia è sembrata avere effetto terapeutico anche sull’astenia, uno dei sintomi più difficili da trattare nel paziente oncologico con neoplasia avanzata, se non dovuta a cause organiche documentabili, quali l’anemia o l’ipo-natremia.

CONCLUSIONI

Anche se i risultati di questo studio preliminare di fase II dovranno essere confermati da studi clinici controllati su adeguate casistiche, di fronte alla continua morte per cancro e ad una quanto meno apparente esplosione di nuovi casi di tumore, in particolare con netto aumento dell’incidenza dell’adenocarcinoma del pancreas, i dati di questa ricerca clinica ci sembrano comunque già sufficienti per ritenere che l’aggiunta della Magnolia sia fondamentale nella terapia bio-naturale dei tumori rispetto ai precedenti trattamenti con MLT, Aloe e Mirra, consentendo essa almeno in apparenza di ottenere risultati migliori sia in termini di regressioni tumorali obiettive che di sopravvivenza ad 1 anno, oltre ad essere attiva nella cura del sintomo astenia.

Ma dal punto di vista sia scientifico che spirituale, questi dati ci sembrano già sufficienti soprattutto per iniziare a cambiare atteggiamento di coscienza fin d’ora e a non dire mai più fin da questo momento a nessun paziente oncologico con malattia disseminata che non ci sono più cure utili ma si dica piuttosto che non ci sono più chemioterapie o terapie target efficaci e disponibili.
Fortunatamente la Natura offre comunque diverse altre opzioni terapeutiche.
Sarà compito del vero e libero clinico oncologo, mosso dall’amore, valutare quali di queste infinite opzioni terapeutiche possano avere rilevanza clinica nel trattamento del cancro nel genere umano.

 

Prof. Paolo Lissoni, Dott.ssa Giusy Messina